PROGETTO ANIME RIPARATRICI
Suor Lina (Michelina) Iannuzzi
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“Salvati
dall’AMORE
cantiamo
un canto nuovo”
QUARESIMA 2009
Carissimi amici e amiche in Cristo!
Innanzi tutto il mio saluto sempre affettuoso e grato a tutti voi, con l’augurio per una Quaresima ricca di amore per Dio e piena di amore e benevolenza per il nostro prossimo più prossimo.
La Quaresima è per noi tempo di Grazia, tempo di amore, di purificazione. Quest’anno ci deve aiutare a guardarci dentro; deve farci riconoscere che siamo bisognosi del perdono di Dio e deve aiutarci a renderci capaci di riconciliazione con coloro con i quali abbiamo potuto avere attriti e incomprensioni.
Sarebbe davvero bello per noi, quest’anno, impostare la Quaresima sulla carità che San Paolo ci suggerisce nel suo meraviglioso “Inno alla carità”.
Paolo, il “Conquistato da Cristo”, il gigante del cristianesimo, definito dal Papa Benedetto XVI “Vero patrimonio dell’umanità redenta da Cristo” ci parla della carità in modo sublime!
Nel tempo di Quaresima dobbiamo ritrovare la gioia di vivere al di là delle fatiche e incomprensioni perchè ogni Quaresima ci dona luce della Risurrezione e quindi ci aiuta a capire che dobbiamo amare la vita e la morte, il dolore e la gioia, la famiglia e gli amici, il lavoro e il tempo libero che formano i pilastri della nostra ferialità e, se sono offerti al Signore, diventano un grande mezzo di santificazione per tutti noi.
Iniziamo la Quaresima con le “Ceneri” che ci ripetono: “Polvere sei e polvere tornerai ad essere”, ma siamo una polvere che il Signore illumina e trasfigura con il dono della Sua Parola e della Eucarestia.
Viviamo, dunque, questo tempo per scegliere il meglio, il nobile, il santo…. Perchè siamo la bellezza di Dio, creati a Sua immagine e somiglianza! E qui si apre per noi l’orizzonte che ci pone in prospettiva d’amore verso Dio e verso gli uomini.
DIO È AMORE! E noi, piccole creature, abbiamo il compito di aprirci all’AMORE e arrivare a generarlo in noi per poterlo trasmettere, affinchè ogni creatura lo generi, a sua volta, in sè.
Quindi la Quaresima come tempo per amare di più, in cui l’ascolto della Parola di Dio diventa per tutti un capire e obbedire al Suo insegnamento.
Possiamo farla diventare anche digiuno, almeno un giorno per settimana, ma digiuno è anche la scelta dell’essenzialità, che è rigore e libertà da tutte quelle cose inutili che ci assediano e ci frastornano.
Dobbiamo imparare a fare emergere in noi l’amore, la carità come ci insegna San Paolo, perchè è solo quando amiamo che gli altri esistono davanti a noi e prendono consistenza. È in questi termini che Paolo, uomo tutto preso dal fascino della carità, ce ne parla. Ascoltiamolo!
“Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli Angeli, ma non avessi la carità, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della Profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi i miei beni e dessi il mio corpo per essere bruciato, ma se non avessi la carità, niente mi giova!
“La carità è paziente, è magnanima…” ha la forza per sopportare le ingiurie e la forza di non renderle. E questa è una qualità di Dio che è “Lento all’ ira“ e ritarda il castigo per dare tempo a chi sbaglia di convertirsi.
“È benigna la carità…” In queste parole c’è tutto l’atteggiamento di chi aiuta sorridendo, prevenendo con affabilità, con tatto discreto e ricca interiorità, dono di Cristo.
“Non è invidiosa”: perchè esclude ogni gelosia che porta sempre in sè grettezza di cuore e divisione, mentre la carità è comunione, è volere il bene dell’altro.
“La carità non si vanta”: infatti non appaga l’orgoglio, ma rimane seria, prudente, con il senso delle proporzioni. Insegnaci, Signore, ad essere umili e a fare tutto nel Tuo Nome.
“Non si gonfia”: in quanto non fa sentire il peso del suo gesto, ma si pone sempre a livello degli altri, con gli altri e appena può si mette a servizio degli altri.
“La carità non manca di rispetto”: essa non ferisce l’animo del prossimo, ma rimane attenta, rispettosa, sensibile… tiene conto della fragilità altri e non la sottolinea!
“La carità non cerca il suo interesse”: ma cerca di capire e di fare suoi i gusti e gli interessi di Cristo! Qui siamo nel fulcro della carità che imita Cristo: infatti, “Non cercò di piacere a se stesso…!” Noi, suoi discepoli, dobbiamo mettercela tutta affinchè, dimentichi di noi stessi, riusciamo ad imitare unicamente Cristo che si è dato per noi fino alla fine.
Così “La carità non si adira”: perchè non è acida, nè collerica, ma crea spazi di amore che custodiscono il controllo di sè, sempre capace di produrre pazienza e longanimità.
“Non tiene conto del male ricevuto”: essa ha il cuore puro, semplice, libero; non sospetta male degli altri, nè gli dà troppo peso quando lo riceve.
“Non gode dell’ingiustizia”: ma ne soffre e perciò si fà presente, si fà prossimo e tutta si compiace della verità.
“La carità tutto copre”: perchè non rivela, non propaga il male degli altri, ma lo copre con il silenzio, la benevolenza, la discrezione, la compassione che avvolge e porta a Dio.
“Tutto crede”: non perchè sia credulona, ma perchè è portata a fidarsi, è portata a valorizzare e a dar credito al prossimo con fiducia.
“Tutto spera”: anche davanti al male la carità spera sempre, spera il bene e il ravvedimento dell’altro attraverso l’offerta e la preghiera.
Essa “Tutto sopporta”: anche davanti a realtà scomode, brucianti, non si lamenta delle freddezze e ingratitudini, ma le sopporta accettandole, offrendole a Dio con amore.
Che bello essere così! Chiediamolo al Signore con semplicità di cuore e Lui lo creerà dentro di noi.
San Paolo ci ha donato l’essenza della carità, ci ha donato il suo volto, i suoi aspetti, le sue varie sfaccettature; ci ha mostrato come devono essere le nostre relazioni! Ma chi è l’altro per San Paolo? Sono i membri di una comunità con le loro diversità e i loro limiti; sono il fratello o la sorella che ci contesta, che ci contrasta e magari ci irrita!
Tuttavia a Paolo interessa unicamente avere come modello di carità GESU’, il modello che siamo chiamati ad essere!
L’elogio della carità si conclude con l’affermare che tutto passerà con questo mondo, tranne la fede, la speranza e la carità. Ma di queste la più grande è la carità, in quanto è l’epifania più profonda di Dio, la strada migliore da seguire e da praticare, perchè solo l’amore è e rimane il pilastro più importante di ogni relazione. E’ tanto importante la carità da far dire all’Apostolo Giovanni: “Alla fine della vita, saremo giudicati sull’amore!”.
Chiediamo al Signore di donarci la grinta, l’entusiasmo e la convinzione di San Paolo che gli fa dire: “Senza la carità non siamo niente e nulla rimane di ciò che facciamo!”.
Vi abbraccio ad uno ad uno e vi porto al Signore con tutto quello che avete nel cuore. Scenda la benedizione di Dio, Padre nostro, e raggiunga i vostri cuori, le vostre case, le vostre famiglie. Sia per noi una Quaresima di risurrezione per una vita d’amore a servizio della Chiesa e per il bene del mondo.
Suor Lina Iannuzzi