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inserite nella pienezza di Cristo, Sacerdote e vittima per una missione che sento grande e feconda per il Regno.
Il Signore ci ha raccolto nel nome della riparazione e anche se non tutti ci conosciamo, riusciamo a sentirci ugualmente vicini nella fede che ci porta sulla strada dell’impegno, della fiducia e dell’intercessione per un’umanità fraterna che riconosca il Signore e il Suo amore per noi.

A bordo della nostra vita c’è Gesù, c’è la Riparazione, il cui fascino ci coinvolge e diventa trainante sulle strade che percorriamo.

Le Anime Riparatrici sono un po’ dovunque nella nostra Penisola, ma sono persone preparate da Gesù stesso, anime ardenti già attive nella Chiesa che sentono l’urgenza di mettersi sulla scia della Riparazione, sempre irrorata dal sangue di Cristo. Così noi, i peccatori, i piccoli uomini, ricchi soltanto di miseria e fragilità, vestiti dei meriti di Gesù, possiamo con Lui e in Lui chiedere al Padre di avvolgere l’umanità con la Sua Grazia, perché nessuno si perda e il Sangue di Cristo vinca ancora le tenebre del mondo con la sua durezza e cecità.

Stringiamoci alla vita dei nostri fratelli e sentiremo fiammeggiare in noi la tenerezza per quelle persone che non sanno più trovare il Signore!
Diventeremo così anime ardenti, garanti dell’umanità che non perdono tempo nel giudicare, ma ascoltano e seguono con mitezza, pregano con fede audace, perché Lui, il Dio delle nostre vite abbia pietà di chi corre senza sapere dove sta andando!

Vedo il nostro carisma come un progetto comune, ideato dal Dio Altissimo e affidato a ciascuno di noi per il bene di molti.
Viviamola questa chiamata con la consapevolezza umile e grata che solo Dio è l’autore di questo Dono e riesce a realizzarlo pienamente, perché niente è mai nostro ed è solo la sua Azione a spingerci e a portarci sulla strada dei Suoi figli.

La Riparazione ci fa assumere il volto dei fratelli che siamo chiamati ad amare, a portare nell’offerta orante. Certo, chi fa la storia è solo il Signore, e la salvezza è solo opera Sua. Noi siamo semplicemente collaboratori, tanto più validi e utili, quanto più contenti e convinti che “servi inutili” noi siamo (Lc 17,10).