LA PREGHIERA, CANTO ALL’ALTISSIMO DIO! Ottobre 2017

PROGETTO ANIME RIPARATRICI

Suor Lina (Michelina) Iannuzzi

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Ottobre 2017

La vera preghiera non è nella voce, ma nel cuore. Non sono le nostre parole, ma i nostri desideri a dar forza alle nostre suppliche. Se invochiamo con la bocca la vita eterna, senza desiderarla dal profondo del cuore, il nostro grido è un silenzio. Se senza parlare, noi lo desideriamo dal profondo del cuore, il nostro silenzio è un grido per il Signore!

(Sant’Agostino)

LA PREGHIERA, CANTO ALL’ALTISSIMO DIO!

Carissime/i, eccomi a voi con un nuovo spunto per meditare, quel meditare che stimola la riflessione e aiuta a sfociare nell’orazione, nel colloquio con Dio, che è il cuore stesso della preghiera.

La preghiera… Oasi dell’anima, mirabile strumento che ci apre alla relazione con Dio! Mai accontentarsi del nostro modo di pregare, ma cerchiamo di tenerne alta la qualità, perché c’è sempre il pericolo di renderla una semplice abitudine. A volte succede che ci lasciamo andare e non avvertiamo più lo stimolo per migliorare!

Che cosa bisogna fare? Andare continuamente a Colui che suscita in noi la preghiera: lo Spirito Santo! Egli solo può ridonarci freschezza e slancio, perché crea le disposizioni interiori; Egli è il Maestro della nostra preghiera, è l’Educatore delle nostre menti, dei nostri affetti, dei nostri incontri con il Signore; da Lui riceviamo Luce e Grazia! Privi dello Spirito di Dio non potremmo nemmeno pronunciare il nome del Signore! (cfr. 1 Cor 12,3)

Impegniamoci a creare in noi un cuore docile all’Azione dello Spirito perché Gesù dice: “Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto” (Gv 14,26). A Lui, artefice del movimento della nostra anima, rivolgiamo mente e cuore perché ci insegni a pregare e a metterci in comunione con Dio.
Nelle nostre soste davanti al Signore, invochiamo lo spirito di preghiera: è un dono grande da chiedere, ma ha bisogno di disposizioni interiori, che mai nessuno può acquisire da solo perché solo lo Spirito di Dio le suscita in noi.

Quante volte la preghiera in noi diventa imprevedibile, ci sorprende, ci desta a nostra insaputa e ci riempie di amore per il Signore e per gli uomini: c’è la consapevolezza di essere lontani, disattenti, impreparati, distratti, ma lo Spirito agisce e con stupore sentiamo sbocciare in noi un trasporto d’amore verso il Signore della vita e i Suoi figli.
Si, lo Spirito di Dio soffia dove vuole… (cfr. Gv 3,8): quando trova un cuore ben disposto, Egli crea il bisogno profondo della preghiera, trasformando quell’attimo in un unico, personale, inconfondibile incontro con la Trinità!

A Te, Spirito Santo, eleviamo la nostra lode!
Tu, Fuoco e Luce che risplendi sul volto di Cristo, insegnaci a pregare.
Tu, Fuoco d’Amore che avvolgi da sempre con la Tua Parola e con il desiderio di vera vita, guidaci sul retto cammino.
Tu, Fuoco che accendi le anime, donaci il silenzio interiore che ci mette in comunione con Dio.
Tu, Fuoco che affascini e stabilisci i nostri cuori nel rendimento di grazie, vieni ad abitare in noi, vieni ad abitare la terra!
Noi Ti magnifichiamo, o Eterno Fuoco d’Amore che investi i cuori a Te donati e con sant’Efrem Ti chiediamo il dono dell’umiltà, della mitezza, della Carità, della preghiera; Ti chiediamo il dono di perdonare soprattutto quando si tratta di un perdono un po’ eroico.

Pregare dovrebbe essere per noi un momento di gioia, di amore e mai di sterile abitudine. Scrive Isacco di Ninive, teologo e Vescovo cristiano orientale del VII sec. d.C.: “Quando lo Spirito fissa la Sua dimora in un’anima non può più smettere di pregare, perché lo Spirito prega continuamente in lei, sia che dorma sia che vegli, la preghiera non lascia la sua anima”.

Gesù ci assicura che il Padre non rifiuta a nessuno il dono del Suo Spirito, infatti espressamente dice che il Padre dà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono (cfr Lc 11,13). Come mendicanti, ricchi o poveri che siamo, non manchiamo di chiedere incessantemente questo grande dono, che ci permetterà di vivere in melodia d’amore e farci irrompere di gratitudine per il Datore di ogni vita!

Pregare… non è solo recitare formule!
Pregare è esercizio di riconciliazione, di raccoglimento: significa entrare nella propria interiorità, evitare la dispersione e desiderare d’incontrare lo Spirito che è il nostro Maestro interiore.

Pregare è amare, è lasciarsi trasformare da Dio, dal Fuoco del Suo Amore per staccarci dalle cose della terra e riempirci di Lui.

Pregare non è solo ricordare a Dio i nostri bisogni, ma quello di far realizzare in noi i Suoi desideri, il bisogno di sentirci dipendenti da Lui, consapevoli della felice realtà di essere Suoi figli amati.

Pregare è un grido che si eleva al Signore; ma se questo grido è solo rumore della nostra voce, senza anelare intensamente a Dio, altro non è che tempo speso invano… Elevare il grido con il cuore e, per quanto la voce del corpo resti silenziosa, non sfuggirà all’Amore di Dio!

Ricordiamo che la preghiera, esperienza singolare, ci pone davanti a Dio e davanti al creato per implorare dal Signore Misericordia e perdono per tutti gli uomini. Essa è il respiro della fede perché pregare è una necessità, un bisogno, un nutrimento della nostra anima che va ad elevare e a costruire la Chiesa di Dio.

Chi prega arriva a gustare i frutti dello Spirito che rendono bella e vera la vita: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé… Può succedere che nella preghiera si faccia esperienza di momenti di beatitudine interiore, ma che purtroppo non possiamo possedere per sempre, non possiamo trattenerli… non possiamo disporne perché sono solo un dono dello Spirito, che va e viene quando vuole! Il solo pensare a questi momenti unici di Grazia dovrebbe farci esplodere in gratitudine e in gioiosa esultanza perché ci rivelano l’Amore del Padre!

La preghiera è fiducia in Dio, respiro che invoca Dio; arte della fede che interroga e sfocia nell’abbraccio di un Amore che si dona senza mai stancarsi, quell’Amore e Misericordia del Dio vivente che Gesù ci ha rivelato.

La preghiera è impegno rinnovato e duraturo che ci dona respiro e alimento per seguire Gesù. Essa non è un esercizio che si deve fare solo quando si sta bene o ci si sente bene; essa rimane sempre quell’arte che non è mai una conquista, ma un purissimo dono di Dio e va esercitata con determinazione.

Davanti al Signore mai rimanere inerti, privi di desideri e di sogni perché, come persone libere, possiamo avere dei progetti, delle idee da presentare insieme ai tanti bisogni che tante volte non sappiamo esprimere, ma che possiamo farli rientrare nella nostra preghiera. Occorrono quindi indicazioni esplicite, cioè bussare con fiducia e in totale abbandono al Cuore di Dio per chiedere, con fede e amore:

Signore, se è nella Tua volontà,
ottienimi questa Grazia!
Tu solo conosci qual è il vero bene per me
perché i Tuoi pensieri non sono i miei pensieri.
Questi Tuoi pensieri, Signore, voglio amarli,
voglio rispettarli. Voglio desiderare la Tua Volontà
e amarTi così, come Tu sei, con quello che mi dai!

Bello è presentare a Dio l’offerta della nostra persona, con le nostre azioni, i nostri desideri, i nostri vuoti, i nostri peccati: questa offerta, vissuta nei particolari concreti della quotidianità, è liturgia della vita che ci permette di vivere in liturgia di offerta e di amore per il Signore.
“Signore insegnaci a pregare!” (Lc 11,1). Un umile desiderio, quello del discepolo affascinato dal silenzio orante di Gesù! Chiediamolo anche noi e perseveriamo in questa richiesta, troveremo il desiderio di invocare il Regno di Dio non solo in noi, ma in tutto il creato.

La preghiera non sempre è compito facile, soprattutto quando sentiamo la fatica. Nelle nostre stanchezze lasciamoci aiutare da una buona lettura; recitiamo un’Ave Maria perché la Vergine ci renda sensibili al richiamo di Dio che noi, presi dal fare del quotidiano, non sappiamo avvertire!
Quale gioia riceviamo quando riusciamo a vincere questo stato di malessere, ma se il Signore ci lascia nella piena povertà, vuole solo donarci l’esperienza della Sua Misericordia, perché ogni sforzo ha un grande valore davanti a Lui.

La preghiera spesso non è come vorremmo, perché ci ritroviamo nel disturbo della distrazione, della superficialità, della incapacità di concentrarci… ma come bene insegna la grande maestra di vita interiore, Santa Teresa d’Avila, non dobbiamo mai scoraggiarci, perché accorgersi della nostra fragilità può fare solo bene!

Gesù vieni a raccogliermi, vieni a pregare in me!
Abbi pietà della mia freddezza e povertà!

Il Signore dice: “questo popolo si avvicina a me solo con la sua bocca e mi onora con le sue labbra, mentre il suo cuore è lontano da me” (Is 29,13). Prima di metterci a pregare, impariamo a metterci davanti al Mistero in silenzio adorante e accompagniamo le parole spingendo il cuore ad amare con impegno vigile, sincero, sacro perchè stiamo parlando con Dio. Lasciamoci afferrare da quello che ripetiamo pregando, abbandoniamoci alla lode silenziosa del cuore, in un clima di preghiera semplice e il Signore saprà renderci nuovi davanti a Lui.

Con la preghiera diventiamo strumenti armonizzati dallo Spirito Santo che ci unisce al canto del Verbo, così ogni uomo può essere cetra di Dio e flauto per la Trinità.
La preghiera, in un cuore che ama, si trasforma sempre in canto, anche quando ci troviamo in contesti di amarezza, di silenzio, di sconforto, di sofferenza.
Sì, possiamo cantare con la voce, cantare con la vita, cantare con le azioni fatte offerte all’Amore di Dio, perché tutte le volte che preghiamo noi diventiamo folla, moltitudine, voce del Cosmo che canta la Gloria di Dio per chi non lo può o non lo sa fare, fino a realizzare in noi i desideri del Padre!

Accanto al Signore e in piena volontà con il Padre, nessun dramma ci sarà estraneo, mentre il cuore sempre di più si infiammerà d’amore per ogni creatura! Lo Spirito insegna all’anima l’ineffabile amore per tutti gli uomini e per tutto il creato. Paolo XI diceva: “Noi riuniamo in noi stessi, nel nostro amore il popolo di Dio. Siamo il Suo Cuore, siamo l’amore che unifica gli uomini, siamo i loro desideri, siamo la loro voce che adora e prega, che esulta e piange. Siamo la loro espiazione, siamo i messaggeri della loro speranza”. Sì, è così ogni volta che preghiamo, anche se non ci pensiamo o non lo sappiamo!

La nostra generazione è affidata alla preghiera e all’amore di tutti noi; siamo pulviscoli nella Chiesa di Dio, ma vogliamo donarci per ottenere da Lui un mondo migliore!

Vi abbraccio, vi porto al Signore e vi auguro un mondo di bene in questo prossimo Avvento che ci preparerà al Natale.

Suor Lina Iannuzzi