“Non avevi né panni, né fuoco, o mio Signore!” (Canto natalizio).
Quanta povertà nel piccolo Dio Bambino… bisognoso di tutto come ogni bimbo del mondo! Pensiamo all’amore con cui la Vergine Maria ha accolto il figlio di Dio, ma pensiamo anche e soprattutto a quanto dolore per l’indigenza, per l’impotenza di scegliere e per l’essere fuori casa! Non c’era posto per loro negli alberghi del tempo e la Madre addolorata doveva vivere questa terribile esperienza di estrema povertà sin dai primi albori! 

In quella notte fredda e buia, Giuseppe chiese ospitalità, ma ogni porta si chiude: quale e quanta la sua delusione paterna che ci racconta le lacrime segrete di quei genitori dei nostri tempi che hanno figli senza salute o senza lavoro e con problemi forse irrisolvibili!

Non c’era posto per il Re dei re… Il Dio Bambino doveva esser adagiato in una squallida mangiatoia… Sin dal Suo primo giorno di vita, Egli rappresenta il corteo degli oppressi, dei sofferenti, il corteo delle solitudini senza voce né pianto… degli infelici che narrano tutta l’amarezza che la nostra madre terra raccoglie!

Andiamo a trovare il Signore della vita, ma urge conoscere che il Suo indirizzo è: via degli uomini sofferenti! Sì, perché Egli ama stare con i cuori che conoscono il dolore!
Adoriamo il piccolo Gesù, incarnato per noi, che sa donarci la festa del vivere, perché a ciascuno regala una esistenza redenta e fa degli ultimi la Sua priorità