GIORNATA MONDIALE DELL’AMMALATO – Febbraio 2019

PROGETTO ANIME RIPARATRICI

Suor Lina (Michelina) Iannuzzi

Cellulare: 333 95 31 599   dalle ore 9 alle 12 e dalle 20 alle 22

Sito ufficiale Atto d’Amore: www.preghiamoperilmondo.org

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GIORNATA MONDIALE DELL’AMMALATO

11 FEBBRAIO 2019

Sorelle e fratelli tutti!

Da sempre mi soffermo davanti al dolore dell’uomo… colgo la penosa situazione che si presenta al mio sguardo… è impossibile rimanere indifferente e ogni volta si fa più forte la certezza che ovunque c’è una persona che soffre, lì c’è Signore! Egli abita in colui che vive situazioni dolorose! Sento l’abbraccio di Dio che mirabilmente ci viene incontro! Si, si avverte il Signore… Lui,  l’Amore in ogni amore, il Sofferente in ogni umana sofferenza!

Sempre mi sovviene quel “Santo, santo, santo che soffri”, richiamato dal nostro poeta Giuseppe Ungaretti in una sua poesia, e questa è la definizione che vorrei dare a quanti sono abitati dalla sofferenza! Sono momenti intensi per me e la realtà che mi si pone davanti si trasforma in preghiera, in offerta all’Altissimo Dio.

Carissime Anime Riparatrici, che vi trovate in un contesto di dolore fisico o anche morale, è con voi il Verbo della vita, è con voi l’Amore che si dona e trova le Sue delizie nell’anima che Lo ama!

È una strada dura e difficile quella del dolore, ma il Signore abbraccia l’esistenza di chi soffre… Lui è con noi per facilitarci il cammino, anche se la salita a volte è veramente faticosa! Prima o poi arriva per tutti l’ora della sofferenza, questo filo rosso che viene a incidersi sul nostro percorso; è un mistero grande, ma ci tocca… deve visitarci… e spesso diventa il nostro compagno di viaggio, nonostante il desiderio di sfuggirlo, di tenerlo lontano il più possibile!

È una prova non facile… spesso dura da affrontare e superare, ma in questa esperienza, a volte, gli ammalati mostrano una maturità di pensiero non comune, perché attraverso il dolore può emergere quella parte più nascosta, più intima, ma più vera e più bella di noi stessi! 

Nei miei incontri con gli ammalati, numerose volte sono rimasta sorpresa, ammirata di fronte alla loro serenità nel modo di essere, di accogliere e di accettare la malattia! Certo non è sempre così, ma il dolore ci può cambiare, ci può maturare, può ammansire il lupo che c’è in noi! Ed è anche bello e gratificante scoprirsi diversi… Capire che si sta vivendo una dimensione nuova che possiamo accettare soprattutto se abbiamo il Signore nel cuore!

Il dolore è certamente un travaglio, ma può essere anche una luce che inonda l’anima e la spinge a cercare Dio perché proprio là, dove il cammino si rende difficile, vi è la tenerezza del Signore che consola e attira a Sé! Tuttavia non è sempre così, perché spesso la malattia rende la preghiera più difficile, ma dentro la sofferenza, dentro la morte, pulsa la vita di Cristo Signore. Questa è la grande missione del cristiano e del malato: saper scorgere che Dio opera anche nella nostra debolezza. 

Andiamo dagli ammalati e potremo scoprire tutto il bello che è racchiuso in loro e scoprirne l’evidente  maturità e grandezza interiore! Può essere una grande lezione per noi, persone sane, che ci commuove, ci innalza e ci ridimensiona  nel nostro ruolo di figli di Dio, chiamati ad imitare Gesù!

Abbiamo il compito di aiutare i sofferenti anche facendoli sentire utili, amati, cercati, perché anch’essi altro non sono che capolavoro di Dio! Doniamo loro l’amicizia, l’affetto, il servizio attento, gratuito, ricco di calore umano che sa contagiare, nonostante lo stato d’animo vulnerabile di ogni persona che si trova nel baratro della malattia!

Andiamo a visitare i sofferenti, a spendere un po’ del nostro tempo acconto a loro. Quando abbiamo un ammalato in casa, organizziamo la nostra giornata per permettere che goda della nostra compagnia… Facciamo sentire che gli stiamo volentieri accanto e che lo vogliamo rendere partecipe di tutto quello che facciamo. Ci accorgeremo della sua solitudine che si può colmare se ci impegneremo a restituire quella dignità che sente di aver perduto, ma che ancora gli appartiene. Come sarebbe bello coinvolgere chi è nella sofferenza a spendere e offrire il proprio patire per un bene comune, ad esempio per i bambini abbandonati, per i giovani perché non perdano la speranza, per le famiglie che vivono molteplici difficoltà… Solo così l’ammalato potrà capire che anche la malattia può diventare un compito con un fine altissimo! Sento i sofferenti come degli “Alter Christus”, cioè dei veri e propri “Cristi” sulla terra e la loro sofferenza e passione dolorosa può servire per edificare l’umanità che si allontana sempre di più dall’Amore di Dio. Tutto questo potrebbe dare un senso al patire che, offerto e associato al dolore di Cristo, diventa riparazione!

Mai rimanere inerti di fronte alla sofferenza, mai essere passivi, svogliati, ma al contrario vestiamo l’abito dell’ascolto, della prudenza che sa dosare le parole… mai stancarli… Diamo loro quella tenerezza che sa metterli al centro perché si sentano amati, unici e importanti per la Chiesa e per il mondo! Sono iniziative povere, ma sempre efficaci per alleviare il patire della persona che soffre!

A questa scuola impareremo come saper stare accanto agli ammalati! Facciamo in modo che il nostro servizio diventi stima, fratellanza e quando avremo asciugato anche una sola  lacrima, crediamoci: la nostra vita non sarà stata assolutamente vana!

Il dolore non riusciremo mai a capirlo, ma con Gesù e in Gesù le nostre sofferenze possono diventare raggio di luce sulla terra e gloria nell’eterna vita!

Quando la sofferenza busserà alla nostra porta, cerchiamo di accettarla e se saremo capaci di offrirla ne faremo una pedina di lancio per il cielo! Cerchiamo con la Grazia che ci abita di diventare portatori di gioia, perché donare è sempre bello, soprattutto quando è qualcosa di prettamente nostro che doniamo al buon Dio: è l’arte più sublime che il Maestro Divino poteva insegnarci!

Vi abbraccio tutti e vi porto al Signore con tanta preghiera!

 

PREGHIERA
PER I MALATI 
 

Signore, accogli le preghiere e i lamenti di coloro che soffrono e di quanti si adoperano per alleviarne il dolore.

Tu che hai percorso la via del calvario e hai trasformato 
la croce in segno di amore e di speranza conforta coloro 
che sono afflitti, soli e sfiduciati.

Dona loro la pazienza sufficiente per sopportare le lunghe 
attese il coraggio necessario per affrontare le avversità; 
la fiducia per credere in ciò che è possibile; la saggezza per
accettare ciò che è rimasto irrisolto; la fede per confidare
nella Tua Provvidenza.

Benedici le mani, le menti e i cuori degli operatori sanitari
perché siano presenze umane e umanizzanti 
e strumenti della
Tua guarigione.

 Benedici quanti nelle nostre comunità si adoperano per
accompagnare i malati perché accolgano la profezia della
vulnerabilità umana e si accostino con umiltà
al mistero del dolore.

Aiutaci, Signore, a ricordarci che non siamo nati felici 
o infelici, ma che impariamo ad essere sereni a seconda 
dell’atteggiamento che assumiamo dinanzi 
alle prove della vita.

Guidaci, Signore, a fidarci di Te e ad affidarci a Te. Amen. 

 

Suor Lina Iannuzzi