Stupendo è unirci alla gioia del creato, che maestoso attende il nostro apporto di creature dotate di intelletto, memoria e volontà; con queste facoltà, noi piccoli fuscelli di Dio, possiamo dare voce alla muta celebrazione del creato e innalzare, tramite la nostra fede e il nostro amore per Dio, l’inno di lode all’Altissimo Signore del Cielo e della terra!

Con questa meditazione vorrei richiamare alla nostra memoria i “fatti di Fatima”, perché essi possano interpellarci e spingerci sempre più convinti alla dimensione della riparazione, della penitenza e della conversione, perché ci aiutino nella nostra vita spirituale. Oggi, come non mai, la Chiesa ha bisogno del nostro slancio, della nostra speranza, della nostra fede! Chiediamo alla “Tutta Pura” di farci vivere questo mese dedicato a lei in un “fiat” orante...

Siamo chiamati a vivere anche noi la risurrezione di Gesù, ma per risorgere come Lui occorre morire al nostro io ribelle… vincere la pigrizia e lo scoraggiamento che portano ad annullare sforzi e desideri di bene e che vanno ad intralciare quel capolavoro che Dio attende da noi. È infatti nelle piccole morti che viviamo ogni giorno, fatte di umiliazioni, sacrifici, gioie mancate, delusioni, che risorge in noi il Signore della vita!

La Quaresima arriva proprio con l’imposizione delle ceneri e viene a ricordarci la nostra condizione umana, la nostra fragilità: “Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai” (Genesi 3,19). Siamo invitati a prendere le distanze da quelle futilità che la vita ci offre e che danno solo una vana e fugace soddisfazione per poi intorpidire l’anima e non permetterci più di pensare alle realtà celesti! San Paolo in (Ef 5,14) ci dice: “Svegliati, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà!”

In ogni sofferente sento l'abbraccio di Dio che mirabilmente ci viene incontro! Si, si avverte il Signore… Lui, l’Amore in ogni amore, il Sofferente in ogni umana sofferenza! Sempre mi sovviene quel "Santo, santo, santo che soffri” richiamato dal nostro poeta Giuseppe Ungaretti in una sua poesia ed é questa la definizione che vorrei dare a quanti sono abitati dalla sofferenza!

Non c'era il posto per il Re dei re... Il Dio Bambino doveva essere adagiato in una squallida mangiatoia... Sin dal Suo primo giorno di vita, Egli doveva rappresentare il corteo degli oppressi, dei sofferenti, il corteo delle solitudini senza voce né pianto… degli infelici che narrano tutta l’amarezza che la nostra madre terra raccoglie!

Come ogni mamma si premura a preparare l'evento di una nuova vita, anche noi cerchiamo di preparare la culla al figlio di Dio, predisponendo il nostro cuore, perché è la culla più bella, più calda per il piccolo Gesù…

Amiamo la Chiesa, preghiamo per essa; la vogliamo salda e radicata sulla Parola; sulla fede e nell'amore. Ringraziamo per la riuscita del Sinodo dei giovani, dove è emersa la Chiesa con la sua capacità di ascolto e di accendere i cuori. È importante per tutti noi imparare anche dalle inquietudini che presentano i giovani per rendere bella e nuova la Sua Chiesa!