Rispolverare il Sacramento della Confessione, il Dono della Grazia che ci affina le coscienze. Anche se l’uomo rimane comunque peccatore e ripete i suoi errori, Dio non ci abbandona, anzi ci accompagna con il rinnovarci ad una vita dignitosa che ci fa sentire figli dello stesso Padre.

La sofferenza, unita a Gesù, è sempre quella che non rimane mai passiva, ma diventa potente e attiva, fruttuosa e feconda, perchè si completa con quella del nostro Redentore. Egli santifica ogni dolore e va a donare, grazie all’umanità che più non riconosce il Signore dell’universo.

Nelle notti di prova che stiamo attraversando insieme alla Chiesa e all’umanità, dobbiamo imparare a far scorgere la Luce di Cristo che orienta e innalza, perché Lui è già in noi e, nel Suo Nome e nel Suo Amore, possiamo vincere il mondo e le sue tenebre!

Non spaventiamoci per l'errore che ci circonda, ma uniamoci a fare unità per vincere, con Cristo e in Cristo, il male che devasta il mondo!

La Fede è l'arma che ci rinnova, ci consola, ci stabilizza nella nostra interiorità; è l’atmosfera che ci dona il Sole di Dio che, abitandoci, reca in noi il frutto della vera gioia: la serenità che dispone all’accettazione della Volontà di Dio.

Lasciamo che in noi sgorghi il grazie, la lode, l'amore per ogni aurora che si annuncia, per la possibilità che abbiamo di fare il bene e, quando non lo facciamo, impariamo a chiedere perdono al Signore per quella opportunità che abbiamo sciupato.

Sento il linguaggio del Creato e sempre meglio capisco che è gioia, è incontro, è accoglienza dell’altro, accettazione del diverso e non c’è modo di resistergli, perchè ogni cosa è carità che avvolge, che narra l’Amore di Dio e porta al Suo Amore che diventa annuncio.

Piccoli uomini noi siamo ma, sollecitati dalla Grazia, possiamo diventare altissima preghiera che fa sfociare in noi l’adorazione e la contemplazione del DIVINO nelle cose create dalla Sua eterna Bontà.

Vi raggiungo continuamente con la mia preghiera per voiI, perchè tutti mi appartenete e ogni giorno vi porto al Signore, perchè coesi dal Suo amore, possiamo formare la grande famiglia che il Padre ha voluto raccogliere in questa cordata di amore, di offerta, di riparazione a favore dei figli di Dio.

Vedo e sento gli ammalati come i miei grandi maestri di vita che mi raccontano tutta la precarietà, la fragilità della nostra natura umana e, al tempo stesso, capto e osservo, nella loro dignità composta e operosa, il fiorire della loro anima che il Signore veste del Suo riflesso, per fare di ciascuno il Suo stupendo capolavoro.